di

Carmelo Mobilia

# 39

LA CASA DE LOCOS

 

Prima.

L’uomo in piedi dinnanzi a lui era alto, sui due metri, e possedeva una forza straordinaria e sovrumana. Indossava un completamente costume nero, con una maschera che aveva un grosso ragno bianco cucito si sopra, ma nonostante l’aspetto inquietante il Conte Nefaria non era minimamente intimorito da lui: nel corso della sua vita criminale aveva visto cose più spaventose e affrontato avversari ben più potenti.

<Sono pronto ad ascoltare ciò che hai da propormi.> gli disse.

L’uomo che rispondeva al nome di Tarantula Nera parlò:

<Mi sono tenuto informato sullo stato attuale della malavita newyorkese, seῆor Conde ... Fisk è caduto, suo figlio è scampato per miracolo a un attentato alla sua torre ... era su tutti i notiziari* ... il Gufo non è durato, Martello si dice stia trattando coi federali e quel tale, Hood è in gattabuia ... e proprio adesso lei torna in città; yo pienso que lei voglia sedersi sul trono vacante e appropriarsi del ruolo di Kingpin.>

<Supponiamo che tu abbia ragione, cos’hai da offrirmi?>

<Col mio appoggio puoi riuscirci. Insieme non ci fermerà nessuno. Io ti do il mio aiuto per impossessarti della corona, in cambio di una percentuale dei profitti, ovviamente.>

<Hai provato ad espanderti in America, Tarantula, e ti è andata male ... sì, so del suo tentativo di appropriarti del territorio a San Francisco** ... ho preso informazioni sul tuo conto...> disse Nefaria, con un ghigno, mentre sorseggiava il suo vino ... cosa ti fa credere che stavolta ti andrà meglio?>

<Quella volta altri... inconvenienti si misero di mezzo. Ma anche io ho preso informazioni sul tuo conto, e so che sei muy interesado al nuevo mercado della droga ... OCM.>

A sentir parlare di quella merce il viso del Conte mostrò un accenno d’interesse.

<Continua.>

<In America Latina controllo la maggior parte del traffico e voglio espandermi anche qui da voi. Io ti procuro la merce, tu mi aiuti a spacciarla su tutta la costa est ... e vedrai que in poco tempo sarai tu l’hombre màs fuerte della criminalità di New York. E dopo ci prenderemo anche l’ovest.>

<Si, la tua offerta è allettante, lo ammetto... ma non compro mai nulla a scatola chiusa.>

<Ti manderò un carico con la mia merce. Ti garantisco che la mia roba es mejor di quella che puoi trovare aqui.>

<Mandami un carico per nave. Se il tuo prodotto è così buono come dici, hai un socio.> disse, stringendogli la mano.

* vedi Occhio di Falco # 23-25

** vedi i primi 10 ep. de Il Ragno Rosso

 

Oggi.

 

Le cose non andarono come previsto: mentre allestiva un nuovo laboratorio in Messico, Tarantula Nera fu attaccato da Moon Knight, che poi distrusse anche il carico di droga che doveva arrivare via nave. Una remunerativa trattativa d’affari mandata in fumo dall’intrusione dell’ennesimo vigilante americano.

Tarantula Nera aveva raggiunto il suo socio in America per spiegargli la situazione e negoziare una nuova trattativa d’affari.

<Come potevo prevedere la presenza di un superheròe americano a Tijuana?> spiegò.

<Però l’hai affrontato e te lo sei fatto sfuggire da sotto le mani. Nonostante tu sia più forte e il doppio di lui.> osservò Nefaria.

Tarantula fece un segno di stizza, pungolato dalle parole di Nefaria.

<L’ho sottovalutato, lo ammetto. Ma non avrà la stessa suerte otra vez!>

<Fatto sta che io sono senza la merce che mi hai promesso. Non è un buon biglietto da visita per gli affari.>

<Già, e tu che mi dici, Nefaria? So che Moon Knight ha fatto saltare i tuoi affari in Florida. Yo pienso que l’abbia sottovalutato anche tu.>

Stavolta fu il turno di Nefaria di rimanere pungolato.

<Touchè ...> si limitò a rispondere.

<Lo vedi? Nel nostro giro capita anche ai migliori. Non posso lasciare ese hijo de puta la faccia franca! Come hai detto tu, rovina la reputazione negli affari ... e poi, quiero vengarme. Uniamo le forze contro quel bastardo. Uccidiamolo. Abbiamo entrambi in contro in sospeso con el.>

La forza di Tarantula Nera poteva essere uno strumento molto utile per i suoi affari, pensò Nefaria, e poteva sfruttarla per distruggere Moon Knight, che stava diventando una fastidiosa spina nel fianco per i suoi affari.

<Abbiamo un nemico in comune, dunque. Hai ragione, dobbiamo eliminarlo.> si strinsero un’altra volta la mano <Siamo in affari allora.>

 

New York.

 

La vecchia fabbrica metallurgica aveva cessato di funzionare da parecchio tempo, e da allora era stata riciclata da alcune gang criminali in una raffineria di droga.

Nella sua guerra al OCM Moon Knight era risalito fino a qui, e aveva deciso di smantellarla, come aveva fatto con molte altre prima di questa, solo che stavolta ad attenderlo non c’erano i soliti aspiranti Tony Montana armati di armi automatiche, il genere di delinquenti, ormai, che Marc Spector affrontava senza batter ciglio, no: questa particolare raffineria era gestita da Nightshade [1], una scienziata criminale che in passato aveva dato filo da torcere a Capitan America e a Luke Cage.

Aveva sentito dire che era emigrata in Gran Bretagna, * ma evidentemente era ritornata.

<Non lasciate che si avvicini! Finitelo!> aveva ordinato la criminale afroamericana, e i suoi scagnozzi erano scattati all’unisono per obbedire all’ordine.

Tra questi però figurava un’insolita presenza, quella di Ferocia, la letale donna lupo di K’Un L’un.

Artigli affinati come rasoi gli danzavano davanti, mentre il Cavaliere lunare cercava di evitarli.

Ferocia aveva velocità, forza e riflessi sovrumani.

Per sua fortuna, Moon Knight aveva una certa esperienza coi lupi mannari, dato che uno dei suoi primi avversari era stato nientemeno che Jack Russell alias Licantropus.

La donna lupo gli balzò addosso atterrandolo a terra, mentre le sue zanne si avvicinavo al suo volto mascherato; Moon Knight, piazzandole il suo bastone d’acciaio sul collo e con entrambe le braccia, la teneva a distanza, impedendole di azzannarlo.

Riuscì ad allontanarla da sè colpendola con un calcio al ventre.  Si rimise in piedi assumendo una posizione da combattimento. In entrambe le mani impugnava i suoi bastoni.

<Grrrr ...> fece la donna, ed emettendo un ringhio che non aveva nulla di umano gli si avventò nuovamente contro.

Moon Knight era un esperto di Krav Maga e di lotta coi bastoni, parò il tentativo di artigliata e la colpì duramente prima alla gamba, poi alla testa e ruotandole attorno, infierì sulla schiena.

Un’esecuzione rapida ed efficace, che avrebbe steso un avversario convenzionale.

Ma Ferocia era tutt’altro che convenzionale.

Resa ancora più furiosa per il dolore intensificò i suoi attacchi.

La scena si ripetè diverse volte, anche se in un paio di occasioni Ferocia riuscì a inferirgli alcuni colpi.

Moon Knight usò il suo fedele rampino per allontanarsi da lei, poi afferrò due bolas dalla cintura e facendole roteare, ne lanciò una alle caviglie della donna, l’altra al tronco.

Entrambe andarono a segno e Ferocia si trovò immobilizzata e le fu impedito di muoversi.

Ringhia e sbraitava come un cane idrofobo.

Moon Knight era tentato di colpirla con il suo manganello, ma nonostante la spaventosa e terrificante aggressività di quella licantropa assassina, qualcosa in lei gli ispirava pena: l’ultima volta che l’aveva vista, durante la faccenda dei Templari**, fu condizionata e resa uno strumento di morte. Era riuscita a ribellarsi e i due avevano persino collaborato insieme ... da allora era sparita, e pare che fosse tornata alle vecchie, brutte abitudini.

Per questo motivo ebbe pietà e anziché infierire le iniettò un potente narcotico, e in breve anche la brutale Ferocia fu knock out.

Mentre riprendeva fiato, si accorse che Nightshade se l’era data a gambe.

Trascinò i superstiti fuori dall’edificio e poi diede fuoco al laboratorio: almeno questa fabbrica di veleno non avrebbe più prodotto nulla.

Mentre le fiamme divoravano l’edificio comunicò col Mooncopter.

<Qui ho finito Nigel. Vienimi a prendere.>

<<Sono già qui Marc.>> rispose l’inglese, e in pochi istanti calò la scaletta dall’elicottero.

Moon Knight vi si aggrappò e insieme si allontanarono dal luogo del conflitto, giusto in tempo per vedere il camion dei pompieri e le auto della polizia avvicinarsi.

*vedi La Tomba di Dracula

** nella run “mostri scatenati” di questa serie

 

 

***

 

<E’ andata bene, no?> chiese Nigel, una volta tornati a villa Spector.

< Direi di si. Anche se avrei voluto interrogare Nightshade... è un peccato che sia riuscita a scappare. Ma non potevo prevedere la presenza di Ferocia.>

<La pupa lupo? Dio, se è davvero pericolosa come sembra, è un miracolo che tu ne sia uscito quasi illeso...>

<Non è il mio primo giro di Valzer con un licantropo.> osservò Marc <Sono preparato a questo genere d’incontri; il mio costume è stato rinforzato proprio per resistere a quel tipo di attacco, ma non è certo piacevole farsi colpire da essi.>

Dicendo così a Marc tornò in mentre i suoi incontri con Jack Russell, e la memoria andò ancora una volta al vecchio Frenchie.

Nigel si era rivelato un acquisto assai azzeccato, i due ormai lavoravano talmente bene che quasi pareva ad entrambi di conoscersi da sempre ... e di nuovo, Marc ebbe quella sensazione sgradevole di tradire il ricordo di Frenchie.

<C’est la vie Marc, qualcuno non ce la fa e altri si. Bisogna andare avanti. Non devi rimanere ancorato ai ricordi, mon ami ... non ti fa bene.> gli sembrò di udire la voce di Frenchie dirgli così.

<Lo so amico mio, ma non è giusto ...>

<Eh? Hai detto qualcosa? Non t’ho sentito...> disse Nigel.

<No nulla ... parlavo da solo.> disse, allontanandosi dall’hangar.

Si tolse il costume e andò sotto la doccia.

Sotto lo scoscio di acqua calda Marc si mise a ripensare al passato, a quando quella villa era piena di abitanti ... Samuels, Nedda, Marlene e appunto Frenchie.

Non voleva ammettere a se stesso che aveva arruolato Nigel non solo per un efficiente aiuto in missione, ma perché si sentiva solo, maledettamente solo, adesso che loro non c’erano più.

Tutti lo avevano lasciato, sia i vecchi che i nuovi amici, e la solitudine, temeva, lo avrebbe ricondotto alla paranoia e alla follia. 

No, aveva fatto tanto per recuperare il suo equilibrio mentale e non avrebbe vanificato gli sforzi compiuti.  Ma il suo amico gli mancava. Forse era dovuto al fatto che aveva conosciuto Frenchie quand’era ancora solo un mercenario, prima di Moon Knight e di quella folle vita, ma qualunque fosse il motivo, non riusciva a rassegnarsi alla sua morte, e la cosa lo torturava.

 

Altrove.

 

La vendetta è un piatto che va servito freddo” disse una volta qualcuno.

Il conte Luchino Nefaria credeva fermamente in questo vecchio proverbio, e con fredda anzi glaciale pazienza stava pianificando la sua vendetta verso Moon Knight.

Ormai era una sfida aperta a distanza fra i due.

Nefaria aveva capito come il vigilante mascherato avesse preso di mira le sue operazioni, e il suo piano di espansione e controllo del traffico del OCM, con il quale avrebbe rafforzato notevolmente la propria posizione nella mala newyorkese, non avrebbe mai potuto funzionare finchè non avesse eliminato la variabile impazzita rappresentata da Moon Knight.

Già due volte questo supereroe aveva mandato a monte i suoi piani. La sua eliminazione pertanto doveva essere di primaria importanza.

Aveva studiato a fondo il dossier dell’FBI che era riuscito a procurarsi, ma questi era scarno e privo di una qualsivoglia informazione utile. Era più una cronologia dei suoi arresti.

<Non capisco perché ti ostini a leggere e rileggere quei fogli. Lì non c’è niente che possa aiutarci a eliminarlo. Io dico di dargli la caccia e schiacciarlo! Matarlo como un perro!> disse Tarantula Nera, picchiandosi il pugno sul palmo della mano.

<Se quello che so su di te è vero Tarantula, allora senz’altro avrai familiarità con Sun Tzu e l’arte della guerra ...> rispose Nefaria.

<Es asì... è così. Cosa vorresti insinuare?>

< "Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere" è uno dei passaggi che preferisco, come pure "Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie". E noi cosa sappiamo noi del nostro avversario? Praticamente nulla. Lo facciamo contro ogni nostro nemico... tentiamo di distruggerlo con la nostra potenza maggiore, ma molto spesso falliamo. Io stesso possedevo come te dei superpoteri, un tempo* e ne ero inebriato. Ma questi mi rendo conto che annebbiavano il mio raziocinio e il mio modo di approcciarmi al nemico. Dobbiamo saperne di più e colpirlo dov’è più vulnerabile, senza necessariamente occorrere alla forza bruta.>

<Ma non è asì facil trovare informazioni su quei bastardi mascherati. Non c’è una “wikipedia” che possiamo consultare su di essi.> disse Tarantula.

<Hai ragione, ed è per questo che dobbiamo consultarci con chi lo conosce meglio, con chi lo ha combattuto più volte rispetto a noi, mettere insieme le informazioni ed elaborare un piano d’azione che sia efficace.>

<Che cosa suggerisci di fare?>

<Leggevo questa lista, e tra i suoi avversari ricorrenti c’è un nome in particolare che si ripete spesso: Spector. Randall Spector. Lui è uno di quelli che lo ha combattuto più volte.>

<Eres un loco. E’ rinchiuso dentro el manicomio Ravencroft.>

<Esatto. Significa che sappiamo dove trovarlo.> fece osservare Nefaria, facendo un diabolico sorriso.

<Dovrai aiutarmi a procurarmi un appuntamento con questo mister Spector.>

Il piano cominciava ad avere un senso pure per Tarantula Nera, e sotto la sua maschera pure lui fece un ghigno.

* = Nefaria possedeva dei poteri ionici tipo Wonder Man, ma Fabio Volino lo ha privato di essi su Vendicatori MiT.

 

Villa Spector.

 

Intanto, Moon Knight proseguiva con le sue indagini.

< Questa nuova scoperta apre nuovi scenari...> disse Marc, con un tono preoccupato.

<Ah si? E quali sarebbero?> domandò Nigel.

<Ho fatto analizzare un campione della droga che abbiamo sequestrato a Nightshade la scorsa notte. Immagino che volesse finanziare le sue ricerche scientifiche con i ricavati dello spaccio di droga, ma ho notato che non aveva nessun campione mutante lì.>
<Arriva al punto....>

<La sigla OCM sta per Ormone di Crescita Mutante come sai, perché derivata dal materiale genetico dei mutanti... ma pare anche che si possa ricavare da qualunque altro metaumano. Nightshade usava il DNA di Ferocia per produrla, e so per certo che Ferocia non è una mutante.>

<Quindi stai dicendo che da qualunque criminale metaumano che non sia mutante si potrebbe ricavare del OCM?>

<Se uno ha le conoscenze giuste direi di si.>

<Merda. Se è così vuol dire che produrre quella schifezza sarà più facile.>

<Temo di si. Non so che tipo di effetti provoca, e quali differenze possa avere rispetto alla droga originale, ma è così.>

<Gli effetti potrebbero avere una durata inferiore...>

<E’ una possibilità.>

<Dobbiamo saperne di più, in merito. Preparo il Mooncopter.>

<Ottimo. Prima però c’è un cosa che da fare ... mi prenderesti il pacco che c’è di là?>

<Solo perché faccio “Higgins” di cognome non significa che voglia farti da maggiordomo sai?> scherzò Nigel, poi tornò con il pacco.

<Ecco a te “padrone”. Cosa c’è dentro, se posso chiedertelo?>

<Una cosa che ho richiesto ad un orefice.> rispose Marc, scartandolo.

Poi andò verso la statua di Khonshu che aveva portato con sè dall’Egitto tanto tempo fa.

Accanto c’era qualcosa coperto da un telone.

Marc lo tolse e celò cosa c’era di sotto: dentro una teca c’era un manichino che indossava un uniforme da pilota. Non una qualsiasi però: era la divisa di Frenchie, come testimoniava la targhetta sul giubbotto da aviatore.

C’era tutto, anche il suo caratteristico berretto.

<Oh!> disse Nigel, osservando e capendone in significato.

Marc aprì la teca e posizionò il contenuto del pacchetto: era una targa in oro. 

<E’ un bel gesto, Marc. Davvero. Sono certo che il tuo amico lo avrebbe apprezzato molto.> gli fece notare Nigel.

<Non ricordo dove l’ho visto fare ... non ricordo, davvero [2] ... ma penso che sia il miglior tributo che si possa fare ad un amico scomparso. Frenchie è stato fondamentale per la mia carriera di Moon Knight, e non voglio dimenticarmi di lui. Così sarà come se fosse sempre con me.> disse, osservando il prezioso cimelio.

La targa che gli aveva applicato riportava:

 

Jean Paul “Frenchie” Duchamp, pilota impareggiabile e amico senza eguali.

 

 

Alcuni giorni dopo. Manicomio Ravencroft.

 

Pioveva, quella sera, quando l’ambulanza si fermò passò la cancellata in ferro dell’istituto Ravencroft. I portantini scortarono il nuovo paziente che era legato ad una barella con delle cinghie in cuoio.

<Chi abbiamo qui stasera?> disse il medico di turno

<Questo è uno nuovo doc. L’hanno beccato da poco.>

<Come si chiama?>

<Non si sa. E’ senza nome, il classico John Doe. E’ un ispanico di quasi due metri.>

<Che ha combinato?> chiese il dottore, mettendosi gli occhiali da lettura e sbirciando sulla scheda del paziente. Il portantino gli anticipò la cosa.

<E’ entrato in una casa d’appuntamenti clandestina e ha massacrato tutti quelli che c’erano dentro, incluse le ragazze. Gli sbirri sono arrivati e l’hanno trovato in ginocchio, coperto di sangue, a pregare in spagnolo. Parla solo quella lingua, a proposito, e chi lo ha interrogato dice che blaterava qualcosa a proposito di essere un angelo mandato qui a fermare i peccati.>

<Mi ha sempre fatto specie quelli che sono religiosi ma uccidono la gente. Sembra che dimentichino il quinto comandamento ...> disse il secondo portantino

<Già, ti credo che poi li mandino qui.>

<Scortatelo al piano. Informo la dottoressa Kafka intanto...>

Salirono sul montacarichi, all’improvviso il paziente spezzò le cinghie come se queste fossero di carta.

<EHI! Ma come...> il primo infermiere venne ucciso con un colpo a mano aperta al petto, che gli sfondò lo sterno.

Il secondo venne strangolato in pochi secondi.

Il dottore cadde a terra terrorizzato e tremante.

<Randall Spector. Donde Eres?> chiese.

<S-S-Stanza 241 …> disse con la voce spezzata dalla paura.

Tarantula Nera, che aveva recitato per giorni la parte dello svitato fuori di testa, poteva finalmente comportarsi come più gli si addiceva.

Un altro paio di inservienti vennero brutalmente assassinati, mentre lui si avvicinava sempre più alla stanza che gli interessava. Non appena fu di fronte alla 241 abbattè la porta blindata con un calcio.

<El seῆor Spector, corecto?>

<E tu chi sei?> chiese l’altro, quasi con un tono di sfida.

<L’Hombre que ti farà uscire da aqui.> Tarantula gli strappò la camicia di forza in pochi secondi.

<Rapido. Avranno avvertito la policia, gli S.W.A.T. saranno qui a momenti.>

<Allora diamogli qualcos’altro da fare ... ma mi servirà uno di quei badge.> disse Randall.

Si chinò su uno degli inservienti e si accorse che era mal messo ma vivo.

<Rudy. Speravo di avere l’occasione di salutarti prima di andare ... te lo avevo promesso dopotutto, ricordi?>

<N-NO ... NOOO!> urlò l’altro, in preda all’orrore.

Randall gli spezzò il collo, senza neppure fare fatica. Poi lo perquisì e gli prese il badge che portava con se. Con questi aprì la porta che portava in un ufficio dove c’era il pannello principale che controllava le chiusure elettroniche delle celle.  Aprì la centralina e strappò via i cavi, provocando delle scintille e un blackout.

Le celle si aprirono e tutti i pericolosi detenuti rinchiusi dentro uscirono.

<Forza ragazzi... siete liberi. LIBERI! Questo giro lo offro io ... AH AH AH AH AH AH AH AH AH!> e si lasciò andare in una profonda risata liberatoria.

<Todo loco ....> disse LaMuerto, fissandolo.

 

Residenza del conte Nefaria.

 

<Ecco aqui el nuestro amigo Randall Spector. Spero sia valsa la pena prendersi tutto il disturbo che ci siamo presi por rilasciarlo. Ho passato diversi giorni a recitare la parte del loco por esto.>

disse Tarantula Nera, scortando Randall al tavolo, imbastito per la cena, dove il conte lo stava aspettando.

<Benvenuto, sig. Spector. Sono il conte Nefaria e sono lieto che abbia accettato il mio invito.>

<”Invito” ... spiritoso. E a cosa devo l’onore?> chiese Randall prendendo posto a tavola.

<E’ presto detto... prima però devo avvisarla che se intendesse usare quel coltello per qualcosa di diverso che tagliare il filetto che le farò portare, il mio socio, il signor LaMuerto, le spezzerà entrambi gli arti. Ha già avuto modo di conoscerlo, perciò sa che non scherzo.>

<Glielo lo ripeto: che cosa vuole?>

<Abbiamo un nemico comune, sig. Spector. Un uomo che lei ha avuto modo di combattere in più occasioni...> disse il conte, facendo scivolare dal suo lato del tavolo una foto che ritraeva Moon Knight.

<Voglio che lei ci fornisca qualsiasi informazione utile che possa portare alla sua definitiva eliminazione.>

Randall scoppiò in una risata di gusto, poi allungò la mano afferrando la bottiglia del vino.

<Allora signor conte direi che è veramente il caso di festeggiare ...> osservò, riempiendosi il bicchiere <perché io sono l’uomo perfetto per questo compito. Posso fornirvi tutte le informazioni che volete su Moon Knight... tutto quanto!> disse ridacchiando < Chi è, da dove viene... perfino il numero di scarpe o quale sia il suo piatto preferito. So tutto quello che serve! Ma ve lo rivelerò solo a una condizione...>

<Quale sarebbe?>

<Voglio essere IO quello che gli strapperà il cuore dalla gabbia toracica! Voglio prendere parte del gioco, altrimenti non se ne fa nulla.>

<Se ne può parlare, a patto che le rivelazioni che ci fornirà su di lui siano davvero così preziose come afferma...>

<Oh ma è così, deve credermi. Nessuno ne sa sul suo conto più di me... d’altronde, è del mio fratello maggiore che stiamo parlando.> disse Randall, con un’espressione maligna.

 

 

CONTINUA!

 

Le Note

 

E con il ritorno in scena di Randall Spector, il fratello pazzo del nostro eroe, si chiude questo episodio.  Due parole su di lui:

Randall era anch’esso un Marine e poi un agente della CIA come il fratello, ma mentre si trovavano in missione in Italia, si scoprì che si era venduto ai nemici.

Per questo motivo  uccise la fidanzata di Marc di allora, l’infermiera Lisa, che lo avevo scoperto.

 

Ci fu l’inevitabile scontro con Marc, che sul momento pareva averlo ucciso, ma in realtà non fu così. Randall rimase “solo” ferito ma la sua mente subì un trauma e perse la ragione.

 

Da quel momento la sua mente sprofondò sempre più nella follia, diventando un serial killer chiamato Hatcett Man e venendo fermato proprio da suo fratello, nel frattempo divenuto il giustiziere Moon Knight.

 

Rinchiuso nel manicomio criminale Ravencroft, come avete visto è evaso per unirsi alla crociata di Nefaria contro suo fratello, e la sua presenza non può portare che grossi guai per Moon Knight.

 

[1] Nightshade aka la dott.ssa Tilda Johnson è comparsa per la prima volta su Captain America n. 164 dell’agosto 1973. Ha combattuto contro Power Man e Iron Fist nei num. 51 – 53 dell’omonima serie. E’ famosa per aver aiutato Superia nel tentativo di sterilizzare al Terra tramutando tutti i maschi in femmine e per aver contribuito ad aver trasformato Capitan America nell’ormai celeberrimo Cap-Lupo.

Ferocia invece è apparsa per la prima volta su Marvel Premiere # 15 del maggio 1974, creata da Kurt Busiek, Ernie Chan e Mike Mignola. E’ una donna-lupo originaria di K’un L’un ed era un avversaria abituale di Iron Fist. Ha spesso aiutato la dottoressa Nightshade.

[2] Ma noi si, non è vero? Batman fece la stessa cosa con l’uniforme di Jason Todd, il secondo Robin, quando fu ucciso.

Il titolo dell’episodio me lo ha ispirato la traduzione della parola manicomio in spagnolo, che ricorda tanto “la casa de papel”, in italiano “la casa di carta”, il telefilm di successo trasmesso da Netflix.